ll regime forfettario, introdotto per favorire la crescita delle microimprese e dei professionisti con ricavi contenuti, potrebbe subire modifiche sostanziali nel 2025. Rimanere aggiornati su requisiti, limiti di fatturato e possibili nuove aliquote è cruciale per chi desidera beneficiare di questo regime agevolato. Scopriamo i principali aspetti da considerare e le potenziali criticità da evitare.
Requisiti di accesso e limiti di ricavi
- Soglie di fatturato: Negli ultimi anni, il tetto dei ricavi richiesto per l’accesso al regime forfettario è stato oggetto di numerose revisioni. Nel 2025, potremmo assistere a un ulteriore innalzamento o rimodulazione dei limiti, utile a comprendere se conviene o meno rimanere in forfettario.
- Compatibilità con altre forme di reddito: È bene prestare attenzione se si percepiscono redditi da lavoro dipendente o pensione. Potrebbero esserci restrizioni o modifiche alle condizioni di cumulo.
Vantaggi fiscali e previdenziali
- Aliquota sostitutiva: Il regime forfettario prevede un’aliquota unica su reddito imponibile e sostituisce imposte quali IRPEF, addizionali regionali e comunali. La percentuale potrebbe variare, con possibili riduzioni per le nuove attività.
- Semplificazioni contabili: Le procedure amministrative sono ridotte rispetto alla contabilità ordinaria o semplificata, con un risparmio notevole in termini di tempo e costi.
Criticità da non sottovalutare
- Attenzione alle spese: Non potendo dedurre i costi reali ma applicando un coefficiente di redditività, è indispensabile verificare che l’attività abbia una struttura di costi coerente con questo sistema.
- Rischi di decadenza: Un superamento imprevisto del limite di ricavi, o situazioni di incompatibilità, possono far perdere i benefici del regime e comportare passaggi più onerosi a quello ordinario.